L’incremento della mobilità e del traffico nelle infrastrutture di trasporto, ha portato ad un conseguente
accrescimento di velocità e dei carichi viaggianti sui ponti in generale, ed in particolare su quelli ferroviari. Allo
stesso tempo, questi manufatti costituiscono la parte strategica di una rete nazionale in alcuni casi al limite della capacità
di traffico e al limite della vita utile di progetto. I gestori delle reti sono consapevoli di questo stato di fatto, e si
interrogano sulle molteplici possibilità offerte dalla manutenzione programmata, che basandosi sul monitoraggio delle
opere, offre valutazioni in merito alla vita residua dei manufatti, agli interventi di recupero, fino alla sostituzione integrale.
Al fine di rispondere a queste domande, sono richieste competenze scientifiche, riguardanti in particolare i meccanismi
di degrado dei materiali, la loro resistenza di base e dell’intera struttura ai carichi ciclici. In questo scritto, viene
introdotta la problematica generale della manutenzione delle opere d’arte infrastrutturali con particolare riguardo
alla valutazione della vita residua a fatica, e viene presentato un recente progetto sperimentale effettuato in collaborazione
con RFI su un ponte dismesso a struttura metallica.
- Febbraio